L’importante ruolo dei fuchi nell’alveare
Un lungo articolo sul ruolo sottovalutato dei fuchi nell'alveare e le recenti ricerche che dimostrano l'effetto buffer dei fuchi contro gli effetti della varroa. Leggi di più →
Marc
Su la scoscesa balza tua, Crovara, sibila il vento tra le roverelle, scuote il frassino che la linfa amara sugge dal sasso, e delle carpinelle le fronde intessono una danza avita in un perenne spasimo di vita.
Poesia di Savino Rabotti
Una prima chiesa dedicata a San Giorgio Martire inizialmente si trovava all’interno della cinta muraria del castello e risaliva probabilmente al periodo romanico. Quando cadde in rovina venne ricostruita nel cortile antistante al castello, probabilmente tra XVI e XVII secolo, la stessa posizione dove si trova anche allo stato attuale. Alcune descrizioni del Vescovo Mariliani della metà del XVII secolo la definiscono “tabulata e all’antica” per descriverne infatti la semplice forma rettangolare, a navata unica e con l’abside rivolta ad oriente. Nelle piante risalenti a quei secoli non erano presenti quelle costruzioni che si vedono attualmente addossate all’abside e al campanile, aggiunte queste che sembrano appartenere in parte alla prima metà del XVIII secolo.
Varie lesioni dovute a terremoti e dissesti sono ora oggetto di intervento e di restauro. Sembra tuttavia una costante per questa chiesa che anche nel XVIII secolo minacciava rovina e per questa ragione nel 1752 era difficile trovare un parroco che sostituisse il precedente. Al concorso per la rettoria si presentò un solo concorrente e così si trova descritto tale fatto:
“… e non comparve altri che Don Bartolomeo Azzolini sacerdote di Veto, forsi perché la medesima chiesa è situata ne’ monti disastrosi ed è in luogo soggetto a rovina alla stessa chiesa; per il che difficilmente si trova chi voglia andar parroco in quella parte di diocesi….”.