La ventilazione e l’isolamento termico dell’alveare

Marc

Viene spiegato un modo semplice per proteggere l’alveare contro l’estremo caldo dell’estate e per isolarlo dal freddo durante l’inverno. Senza comprare materiali apistici nuovi.

Il normale coprifavo dell’arnia Dadant-Blatt è diventato troppo semplice e non è più adatto per il clima impazzito. Serve un upgrade! Il coprifavo non ha avuto una evoluzione, come il fondo dell’arnia (che è diventato antivarroa).

L’arnia deve funzionare in un modo ottimale

Ultimamente è sempre più difficile fare miele e serve spesso dare più nutrimento. Visto che c’è meno surplus di miele da raccogliere, vuole dire che l’arnia deve funzionare in un modo ottimale per aiutare le api nei loro bisogni. In situazioni di abbondanza non fa tanta differenza se l’arnia non funziona in modo ottimale, l’ape si adatta. In situazioni di carenza, una giusta ventilazione e un buon isolamento termico potrebbero essere fondamentale per la sopravvivenza e la produzione.

Le caratteristiche dell’arnia modificata (leggermente)

  • Deve avere un coprifavo che funziona bene con il freddo e il caldo.
  • Durante l’inverno deve avere una giusta quantità di ventilazione da sotto per far uscire l’umidità senza condensazione sul coprifavo.
  • Durante l’estate deve avere una ventilazione di aria che entra da sotto e esce da sopra quando c’è importazione di nettare e il rischio di sciamatura.
  • Il caldo o il freddo dal tetto in lamiera non deve entrare nel nido.
Coprifavi modificati

Modificazioni semplici al coprifavo e all’apiscampo:

Si usa il coprifavo in combinazione con l’apiscampo. Tutti e due leggermente modificati.

  • Alcuni buchi sui fianchi del coprifavo protetti da una rete.
  • Mettere una rete sul buco grande del pannello dell’apiscampo con delle semplici puntine.

☀️ Adattamenti al caldo estivo

Con l’aumento delle temperature massime durante l’estate le api soffrono il caldo. Per tenere la covata ad una temperatura e umidità ottimale le api dovono ventilare, raccogliere tanta acqua e usare tanto miele. Far andare l’aria condizionata dell’alveare costa energia (miele) e per l’apicoltore questo vuole dire raccogliere meno e nutrire di più.

☀️ Estate: la ventilazione non solo da sotto

L’arnia DB standard non è ideale per far scappare il caldo dell’estate, soprattutto quando il sole riscalda anche la lamiera del tetto. Le api devono fare una ventilazione forzata per far uscire tutto il calore e umidità dalla rete del fondo e dalla entrata in basso. Il tetto si chiude normalmente perfettamente sopra il coprifavo. Non ci sono buchi nel tetto per far passare aria anche se il coprifavo ha un buco. Ho modificato leggermente il coprifavo e uso anche l’apiscampo per fare un tetto ventilato e un coprifavo ventilato.

☀️ La modalità estate

Ho modificato leggermente il coprifavo che uso in combinazione con l’apiscampo (anche leggermente modificato). Le modificazioni sono piccole è non distruggono niente nel caso decido di tornare al vecchio modo di lavorare.

☀️ Quando ci sono i melari e quando c’è l’importazione di nettare:

  • Metto il pannello dell’apiscampo girato sopra i melari, con una rete che copre il buco grande dell’apiscampo. La rete viene fissata con delle semplici puntine.
  • Metto il coprifavo girato sopra l’apiscampo girato,
  • Metto pezzetti di legno prima di mettere il tetto cosi il tetto non tocca il coprifavo e fa girare l’aria sotto.
  • Il tetto in lamiera ha almeno uno strato di cartone sotto.

In questo modo si crea una scatola con aria che può facilmente uscire e porta via anche il calore del tetto in lamiera. Favorisce la concentrazione e maturazione del miele e aiuta a ventilare l’alveare. L’aria entra da sotto e esce sopra. Quando c’è improvvisamente un ritorno del freddo o vento, si potrebbe chiudere temporaneamente la rete dell’apiscampo con un pezzetto di cartone o altro. Con la rete non entrano insetti o altri animali indesiderati.

❄️ Isolare durante l’inverno

Ci sono apicoltori che dicono che le api non soffrono il freddo durante l’inverno se hanno abbastanza scorte. Probabilmente questi apicoltori avevano ragione, ma secondo me le cose sono diventate più complicate. Guarda anche questo video in inglese: The Venting Hive vs. Condensing Hive: Beekeeping Winter Survival Tactics. Visto che in questi tempi problematici le api non hanno più abbastanza scorte naturali, isolare il coprifavo potrebbe essere una soluzione semplice ed economico.

Isolare meglio l’arnia significa:

  • Meno consumo di scorte.
  • Rallenta la partenza anticipata della covata durante la primavera per meno sbalzi di temperatura.
  • Protegge dalla formazione di condensazione sui punti freddi indesiderati. Condensazione sui fianchi dell’arnia, e non al centro del coprifavo.
  • Le api saranno meno in glomere. Questo significa che possono spostarsi e raggiungere tutte le scorte. Video con spiegazione.
  • Conviene mettere del materiale isolante sopra il candito che lo tiene caldo, perché le api lo riscaldano continuamente mentre lo mangiano. Non isolato, il candito perde tanto calore.

❄️ Materale isolante nel coprifavo

Con del materale isolante nel coprifavo le api consumano meno scorte. Questo isolante chiude anche i fori laterali del coprifavo. I fori sono anche coperti dal tetto per non far passare vento e pioggia.

❄️ La modalità inverno: isolare il coprifavo

  • Uso tante vecchie maglie e coperte di lana tagliate nella misura del coprifavo. Provo di riempire il coprifavo con tanti strati.
  • Metto l’apiscampo sopra il coprifavo.
  • Dopo copro il coprifavo con il tetto che contiene strati di cartone.

In questo modo si crea una scatola piena di materiale isolante che protegge l’arnia dagli sbalzi di temperatura.

Alternativa 1: non uso il polistirolo nel coprifavo (comunque ottimo isolante), perché voglio ridurre l’uso della plastica in apicoltura. Se si vuole usare il polistirolo e tagliare via in mezzo uno spazio per nutrire con il candito, consiglio di isolare il pacco di candito con un pezzetto di stoffa.

Alternativa 2: se proprio vuoi usare un sottile strato di plastica sopra il nido durante l’inverno, consiglio di mettete un isolante sopra la plastica e non solo il coprifavo girato. In ordine: candito, telo in plastica, vecchia maglia di lana tagliata, coprifavo girato, tetto. La lana serve per evitate la condensazione sulla plastica e solo sul candito.

❄️ Per l’ideale invernamento di una famiglia d’api serve un alveare con:

  • Bassa quantità di varroa
  • Libera da malattie
  • Regina feconda, giovane e in salute
  • Colonia forte
  • Abbastanza riserve
  • Isolamento del coprifavo

❄️ Inverno: solo ventilazione da sotto

La ventilazione da sotto va benissimo per l’inverno. Durante l’inverno non ci deve essere l’effetto camino. Il buco del coprifavo deve essere chiuso. L’aria calda è più leggera e si muove naturalmente in su, perché la sua densità è minore di aria fredda.

Diaframma invernale ≠ Nutritore a tasca

Consiglio di non usare il nutritore a tasca come diaframma durante l’inverno, perché fa freddo! L’aria in grandi spazi non sta ferma, ma circola trasportando via velocemente il calore dovuto alla convezione. L’aria è un buon isolante, ma solo quando sta ferma. In grandi spazi vuoti diventa un pessimo isolante! Il polistirene o la lana di pecora è un buon isolante perché l’aria non gira all’interno dei tanti piccoli spazi di aria. L’aria non sta ferma in un nutritore a tasca e crea punti di freddo e cosi la famiglia consuma tante scorte.

Invece di un nutritore a tasca usa un diaframma isolante:

  • Diaframma leggero: due strati di multistrato sottile con segatura o lana in mezzo a misura di telaino per il nido
  • Diaframma relativamente pesante: telaino da nido con legno di abete in mezzo.
  • Telaino Multi usato come diaframma

Consiglio di non usare diaframmi in polistirene scoperto da legno perché le api e le tarme rosichiano il polistirene e creano microplastiche nell’alveare.

❄️ Isolare bene il tetto e il coprifavo è fondamentale

Nella costruzione delle case per esseri umani una delle cose fondamentali è isolare bene il tetto. Dal tetto e dalle finestre si perde la maggior parte del calore. Se le api bruciano tanto miele durante l’inverno, perché le arnie perdono tanto calore, vuole dire che tanto zucchero (miele) viene trasformati in H2O e CO2.

Reazione chimica: lo zucchero diventa acqua e CO2

C6H12O6 + 6 O2 → 6 CO2 + 6 H2O + energia (calore)

1000 g di Glucosio +
1065 g di Ossigeno

1466 g di Anidride carbonica +
599 g di Acqua +
liberando 15.600 kJ di calore

Un chilo di zucchero metabolizzato si trasforma intorno ai 600 ml di acqua.

L’acqua emessa dal metabolismo degli zuccheri fa condensazione sui punti più freddi (non sui punti caldi). Isolare il tetto dell’arnia nel modo giusto è fondamentale. L’aria calda sale, va verso i fianchi dell’arnia e scende mentre si raffredda. Il vapore d’acqua fa condensazione sui fianchi interni dell’arnia o sulla rete in fondo o viene assorbita dal candito coperto dal materiale isolante che si trova sotto il coprifavo. Comunque la condensazione non avviene sopra le api.

Ispirato dal Vivaldi board per Langstroth

Mi sono fatto ispirare da apicoltori Nord-Americani, che usano soprattutto le arnie Langstroth. Usano normalmente un basso coprifavo (inner cover board). Notavo alcuni apicoltori che hanno coprifavi speciali che somigliano ai nostri coprifavi, che hanno dei fori laterali protetti con una rete per non far entrare insetti indesiderati. Notavo anche che si impegnano molto di più ad isolare l’arnia (incluso il coprifavo) durante l’inverno. Dopo ho scoperto che esiste un coprifavo ventilato che si chiama Vivaldi board che somiglia tanto al nostro coprifavo, ma ha dei buchi sui fianchi. Mettono anche il candito in una cornice di legno e non nella plastica.

Isolamento, ventilazione, umidità, condensazione, nutrimento

Diversi altri tipi di Vivaldi board

Ventilazione durante il caldo dell’estate (Langstroth)

Mi piace anche questo apicoltore e inventore amatoriale italiano

L’apicoltore usa un doppio coprifavo, non direttamente per ventilare o isolare l’arnia, ma per cambiare i telaini vecchi, nutrire e per fare propoli.

La modalità gabbia con il favo orizzontale

Ci sono apicoltori che costruiscono una cornice per ogni arnia per mettere un favo per il confinamento della regina (non fermando la deposizione delle uova). Questo potrebbe essere un metodo valido da usare con 2 escludiregina, quando ci sono ancora i melari, perché la regina deve stare vicino al nido.

Inveci di costruire cornici si potrebbe usare il coprifavo per creare una gabbia per fare il confinamento della regina su un favo orizzontale, usando anche un escludiregina e un favo vecchio. I fori sui fianchi servono per la ventilazione per non cuocere la regina e per non scogliere la cera sotto il tetto in lamiera (sotto il sole. In questo modo, con la regina che continua a deporre, si elimina già una gran parte della varroa prima del trattamento con acido ossalico che si concentra sul favo orizontale.

Si può usare lo spazio sotto il coprifavo per nutrire con un telaino o per far sfarfallare la covata quando il telaino è da cambiare.